Il Rock viene dall’Anima … non si pensa né si discute. Il Rock si fa così, ascolta: prendi la chitarra … anzi no, prima incazzati, poi prendi la chitarra e trova un giro di accordi che ti soddisfa e poi urla la tua rabbia in forma di parole di una canzone. Questa all’incirca è la posizione che la musica Rock ha nell’inconscio collettivo … e non è del tutto falsa, ma neanche del tutto vera. La mia analisi delle song dei Beatles e di molta altra musica rock che ne è seguita - come è già successo ad altri - potrebbe far storcere il naso a molti in primis per l’argomento degli argomenti: i Beatles, per esempio ma vale per molti eroi del rock, non sapevano leggere o scrivere la musica su carta, quindi come si potrebbe mai attribuire loro un intento intelletuale nel loro lavoro di “compositori” ?

Di sicuro i Beatles hanno cercato e trovato la loro strada verso le loro canzoni suonando ed improvvisando sui loro strumenti … come molti musicisti rock; la chitarra come strumento infatti offre questa innata possibilità: una volta che hai imparato quattro o cinque posizioni puoi legarle come meglio ti piace ed hai scritto una canzone. Ma, permettetemi di dire, che da qui a che questa canzone che avete scritto diventi una “canzone dei Beatles” ed abbia lo stesso straordinario successo ce ne vuole ancora di strada da percorrere… e molta !

Questo libero approccio all’uso degli accordi su di una chitarra è quello che ha prodotto tutte le violazioni e le rotture delle regole dell’armonia classica che si possono ritrovare nelle canzoni dei Beatles ( ed in tutta la musica rock in genere, ed a proposito, la musica rock si chiama musica rock proprio per questo: le sue rotture delle regole tradizionali dell’armonia producono sonorità “dure come una pietra” … e pietra si dice Rock in inglese ). E, comunque sia, in questi termini i Beatles esprimevano le loro emozioni, che erano le “emozioni di rottura” di tutta la loro generazione. Il punto dell’analisi è questo: quali sono queste regole che sono state infrante dai Beatles ? come le hanno rotte e come hanno fatto in modo che queste “rotture” risultassero comprensibili ed accettabili per gli ascoltatori della loro musica ? C’è una lezione che si può imparare da tutto ciò ? o siamo condannati all’attesa del prossimo “improvvisatore fortunato” per continuare ad ascoltare musica decente ? L’analisi offre delle risposte a questo tipo di interrogativi. L’approccio analitico alla musica Rock offre una visuale chiara alle innovazioni musicali e al “nuovo” stile di musica che è stato introdotto dai Beatles.

Sono poche le caratteristiche principali che risaltano generalmente dalla produzione dei fab four: in primis è l’uso di “materiale armonico esteso” … e questo è praticamente il risultato che la chitarra come strumento produce automaticamente muovendo su e giù quelle quattro o cinque posizioni che si sono imparate senza conoscere le regole dell’armonia classica. Detto in maniera più semplice e diretta, lo si potrebbe descrivere come “un’accozzaglia” di accordi legati alla meno peggio ( vi prego, non cominciate a tirarmi le vostre pietre già da adesso ! datemi il tempo di spiegarvi meglio ! ).

Permettetemi di fare una piccola divagazione per far si che anche chi non conosce la teoria della musica possa intendere cos’hanno combinato i Beatles !


Questa visualizzata qua sopra è la “Rete Armonica” classica e stabilisce il normale incatenamento degli accordi per gradi. Per ogni nota della scala che tutti conosciamo, la famosa Do Re Mi Fa Sol La Si, è possibile costruire un accordo sfruttando le note della suddetta scala a gruppi di tre, e per ogni nota è stabilito un grado simbolizzato dai numeri romani. Così avremo l’accordo di Do sul primo grado, formato dalle note Do, Mi e Sol ( la formazione degli accordi ed il loro perché è un argomento che esula dal nostro ! ). Adesso, vedete quel triangolo rosso più o meno al centro della tavola con sopra il numero Uno romano ? Per ogni suo angolo c’è il nome della nota corrispondente all’accordo, così avremo un angolo chiamato Do, uno Sol e l’altro Mi … l’accordo minore corrispondente ( o parallelo ) è rintracciabile nel triangolo giallo superiore e marchiato dal numero romano tre scritto in minuscolo ( iii ) … è l’accordo di Mi minore, formato dalla triade di note Mi, Si e Sol ( come si vede dal nome dei suoi angoli ). Il minore relativo è il La minore che sta nel triangolo a sinistra. Questa tavola ci dice che l’accordo di Do maggiore e quello di Mi minore differiscono solo per una nota ( il Si del Mi minore al posto del Do nel Do maggiore ) avendo un lato dei loro triangoli in condivisione.

L’utilità di una tavola come questa sta nell’avere a portata di mano degli “accordi sostitutivi” di comprovato effetto per creare l’arrangiamento delle nostre song … o comunque una lista di accordi da usare per restare in chiave. E' utile anche sapere che ( e questo resta detto sempre per quelli di voi che non conoscono le basi dell’Armonia ) i gradi più orecchiabili di una scala sono convenzionalmente il Primo, il Quarto ed il Quinto ( in Do, il Do maggiore, il Fa maggiore ed il Sol maggiore ) e seguono a ruota il Secondo ( Re minore ), il Terzo ( Mi minore ) ed il Sesto ( La minore ). Del Settimo è meglio non parlarne adesso perché non è così semplice da gestire essendo un accordo né maggiore né minore ma “diminuito”; in linea di massima lo si può sostituire con l’accordo di Settima costruito sul Quinto grado ( Sol maggiore Settima, nel caso della scala di Do ).

Rompere questa tavola di accordi relativi o paralleli è una delle cose nella quale i Beatles sembravano divertirsi di più nel loro esordio. Nelle loro canzoni il sistema armonico è trattato molto liberamente. Adesso, provate a fare qualche esperimento a titolo di esercizio … sostituite gli accordi di una canzone che vi piace provando ad usare la tavola degli accordi relativi o paralleli così che là dove vi è un Sol potete suonare un Sim o dove vi è un Do suonate un Lam … provate anche un altro tipo di esperimento: suonate una canzone di vostra scelta cercando di non cambiare accordo se proprio non è assolutamente necessario, e cambiandolo scegliete prima l’accordo più orecchiabile e via via quello meno orecchiabile. Ne sentirete delle belle ! Vi faccio un esempio:

 


Questa è "Planet Earth" per come l'hanno scritta e suonata i Duran Duran.

Intro

Vocals

Bridge

Chorus


Di quel Do maggiore nel Chorus ne parleremo un'altra volta - se Dio vorrà - è comunque frutto della lezione dei Beatles ! Ascoltate adesso la versione Mono-corde ... uno solo accordo ( il Re minore in questo caso ) per tutto l'Intro, l' Inciso ed il Bridge, per poi cambiare in Mim per il Chorus. Si ottiene un'effetto psicadelico niente male.

 


Infine, lasciatevi tentare da questa versione in Fa maggiore ( notate che non ho toccato nemmeno una nota della linea melodica ! l'alzata di tono è un' illusione creata nel nostro cervello dalla tonalità maggiore ). Ho modificato tutta la catena di accordi a tratti anche forzatamente, per dimostrare quanto più delle innumerevoli possibilità offerte dalle Tavole Armoniche ... ed il nuovo Chorus ? O lo si odia o lo si adora !

 

Intro

Vocals

Bridge

Chorus


E adesso ritorniamo al nostro discorso. Tutti questi nuovi arrangiamenti volevano solo dimostrare che l' infrangere le "Regole" dell'Armonia non è una cosa fine a stessa ma - ed è questo quello che veramente conta - crea un conflitto tra le convenzioni esistenti e le aspettative dell'ascoltatore ... e questo conflitto è necessariamente un segno distintivo che moltiplica l'interesse dell'ascoltatore verso la propria musica. E', in definitiva, quello che fecero i Beatles: ascoltarli era qualcosa di "diverso". E credo si possa dire che la formula dei Beatles all'inizio della loro carriera era: prendi una canzone degli Everly Brothers e sbaglia qualche accordo qua e la. Così ottieni i primi Beatles !

La Rete Armonica dei Beatles si presentava quindi come qualcosa di simile alla figura qui sotto. Era come se avessero a disposizione un sistema armonico formato da due accordi di tonica e che, quindi potessero scegliere liberamente quale accordo suonare prendendo a prestito da una o dall'altra nota di tonica ( cioè, nota o accordo che definisce la tonalità di un brano ... o se vuoi, la prima nota di una scala ).



A questo punto mi si dirà: va beh, ma insomma, e allora ? Cosa c'è di così strano se si prendono accordi da altre scale, da altre tonalità ? C'è di strano che le Regole dell'Armonia lo proibiscono ! Ci sono sistemi ben precisi da rispettare per Modulare in altre tonalità ! La nostra Musica suonerà irrimediabilmente falsa se non rispettiamo quelle regole che sono frutto del genio dei più grandi musicisti che vanno da Bach a Mozart, da Beethoven a Gershwin e a tutti gli altri grandi nomi della musica detta "Classica"... i Beatles però lo hanno fatto e la loro musica non suona per niente falsa. Come hanno fatto ?

E' qui che entra in ballo la seconda caratteristica peculiare dei Beatles: le Melodie dei Beatles sono l'antitodo a quell'ambiguità tonale generata dal prendere a prestito accordi da altre tonalità. Come scriveva un anonimo critico musicale in un articolo pubblicato sul The Times nel 1963: si ha l'impressione che i Beatles "pensassero" simultaneamente le armonie e le melodie. E questa è una cosa che con l'andare del tempo sembra si sia perduta: molti compositori, anche odierni, basano le loro linee melodiche su una catena di riff ( o di accordi ) già assemblata perdendo così un'occasione di far tesoro della lezione dei grandi Beatles. E c'è di più: la forte e stretta relazione tra le parole e le linee melodiche e le armonie sottostanti, lasciano ben pochi dubbi sul fatto che i Beatles "pensassero" anche almeno buona parte delle parole man mano che portavano avanti il lavoro di composizione delle loro canzoni.

Il forte legame che esiste tra le melodie e le progressioni di accordi "a Rete larga" unita alla pertinenza delle parole sulla base musicale sono i tratti distintivi di cosa ha fatto dei Beatles ... i Beatles !!! ( Meditate gente, meditate! )



Articolo di ali1386, basato ampiamente ( e liberamente ) su "A Beatles' Odyssey", un articolo di introduzione alle analisi
delle canzoni dei Beatles del musicologo Alan W. Pollack, scritto da Ger Tillekens.

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